Le opere in “Il giardino onirico” nascono come file digitali con certificazione NTF, ma subito si trasformano in vere e proprie opere fisiche.
Mazzocca realizza con minuziosa pazienza il file digitale dell’architettura sacra e poi lo stampa su alluminio-dibond (conosciuto dopo un’intensa sperimentazione di materiali riciclati). A questo punto inizia l’intervento di “scavo”: incide con l’aiuto di frese elettriche, tanti alberi a ricoprire tutta la superficie, rispettando però l’impostazione architettonica e li ricolma di frutti: vestiti usati manipolati che caratterizzano da anni la sua poetica.
Il risultato nell’immaginario di Mazzocca, è di un grande e luminoso Giardino dei sogni, non presente in nessuna realtà, ma esistente in uno spazio superiore.
L’architettura sacra è per lei una metafora per entrare in una relazione spirituale, oltrepassare cioè il confine della materia e/o della carne, per esplorare la mente o lo spirito per toccare quel giardino naturale dal quale proveniamo.