Dal 2007 rincorre parallelamente un’altra poetica che parte dall’abito, indumento fisico del vissuto, per voler descrivere tutto quell’universo senza materia al quale sente di appartenere.
Si crea lo pseudonimo Mazzocca&Pony: Mazzocca è il suo cognome e il suo retaggio, il contatto reale, fisico con il mondo; Pony è il nome fantastico della sua vita “sospesa”, invisibile e immortale.
È questo il contenuto generatore delle sue “forme”. Svariate sono le tecniche o i mezzi per giungere al suo fine, dal disegno alla pittura tradizionale, dall’uso del computer e della fotografia all’incisione su plexiglass, alla scultura in ferro, dalla manipolazione di materiali vari, plastici e naturali, alle luci a led.
È affascinata da Gino De Dominicis, si sente in simbiosi con parte della sua ricerca, quella sul significato della materia e sull’invisibilità. Lei, però, mira maggiormente al cuore, alla bellezza interiore capace di andare perfino oltre i principi umani di dignità, uguaglianza, politica o religione, molto cari al suo essere. Se si entra in una sfera superiore di bellezza ed equilibrio è scontata la parità e la singolarità di ogni singola appartenenza. Spesso si confonde questo tema con la morte, quale unica livella umana e unica possibilità d’assenza di fisico, invece no, per lei è uno stile di vita, una religiosa e disciplinata ricerca della verità e della libertà interiore.
Nascono quindi le opere dei cicli “Cenerentola”,“Abito mentale”, “Dualità”, “La via dei ricordi”, “Le armate”, “Daimon”, “Eden”, “Metamateria” e infine “Ipazie”. Si denota un percorso costante fondato sulla precisione ed eleganza estetica in cui la forza d’animo è l’energia che crea e ricrea sempre e ancora.